Compost per gli orti urbani

Tecnogarden Service S.r.l.

Il Compost di Tecnogarden Service per gli orti urbani
Tecnogarden Service ha recentemente avviato un progetto per la valorizzazione del proprio compost in cui è previsto anche il coinvolgimento degli orti urbani della provincia milanese e della Brianza, tramite l’offerta di una serie di servizi e opportunità (fornitura di compost, assistenza tecnica, manutenzione del verde, ecc.).
Tra le varie collaborazione si segnala quella avviata con l’Associazione AngolidiTerra (www.angoliditerra.org), che gestisce gli orti di Via Chiodi a Milano, realizzati grazie al volere e all’impegno dell’Architetto Claudio Cristofani. Tecnogarden Service, oltre a svolgere il servizio di raccolta e recupero degli scarti vegetali prodotti nell’area degli orti, consegna periodicamente anche l’Ammendante Compostato Verde prodotto nell’impianto di compostaggio di Vimercate. Il fertilizzante organico utilizzato dagli ortisti di Angoliditerra è prodotto dagli scarti vegetali raccolti in Brianza e nella provincia milanese; in questo modo si chiude virtuosamente uno dei più importanti cicli biologici, quello della sostanza organica in quanto lo scarto vegetale ritorna sul territorio da cui proviene a km sostenibile, sotto forma di concime organico.
Tecnogarden Service ha l’obiettivo di diffondere l'impiego del compost presso gli orti urbani di tutte le grandi città metropolitane come Roma dove gestisce altri due impianti di compostaggio, valorizzare gli sforzi dei cittadini che si impegnano nella raccolta differenziata sottolineando l'importanza e il ruolo del recupero degli scarti organici che diventano compost, un prodotto utile al terreno e in grado di preservarne la sua salute.

Gli orti Urbani
Da circa un secolo in molte città e metropoli del mondo, si assiste al boom dei cosiddetti orti urbani; un fenomeno che trae spunto dalla volontà di gruppi di cittadini che reclamano anche abusivamente il bisogno di avere uno spazio proprio recuperando aree incolte o semplicemente abbandonate, associazioni private o pubbliche Amministrazioni virtuose che programmano e regolamentano una rivisitazione delle proprie aree verdi.
Nelle nostre città il verde urbano assume in questo modo un nuovo ruolo rispetto a quello puramente decorativo e ornamentale; da un recente lavoro svolto da Coldiretti e Censis si evince che tra il 2011 e il 2013 la superficie degli orti urbani in Italia è triplicata passando da 1,1 milioni a oltre 3 milioni di metri quadri, impegnando circa il 46% di italiani che si dedica alla coltivazione di orti, giardini e terrazzi. Secondo la CIA (Confederazione italiana agricoltori) ammonterebbero a circa 5 milioni (dato 2013, più 10% rispetto all’anno precedente) le persone che si cimentano nella coltivazione della terra tra palazzi e strade; per l’Osservatorio Nomisma-Vita in Campagna, i contadini urbani sono così rappresentati: pensionati (47%), casalinghe (14%), impiegati (12%), operai (10%), lavoratori autonomi, commercianti e imprenditori (8%), insegnanti (4%), altro (5%).
Ogni metro quadro coltivato è in grado di fornire mediamente circa 50 kg l’anno di frutta e verdura fresca mentre il costo medio per la realizzazione di un orto di circa 20 metri quadri risulta ammontare a circa 250 Euro.
L’orto urbano, quindi, rappresenta globalmente una modalità di valorizzazione agricola degli spazi a verde cittadini, in grado di offrire risposte a problemi di tipo economico, ecologico, sociale e anche culturale. Attraverso gli orti urbani si conciliano necessità diverse, dal bisogno di prodotti alimentari (autoconsumo, circuiti brevi di commercializzazione), all’opportunità dei servizi pedagogici (orti didattici, sociali o terapeutici), al rilancio di valori ecologici (riciclo di scarti organici attraverso il compostaggio, raccolta e uso dell’acqua piovana), alla creazione di percorsi turistici locali (tutela e valorizzazione dei paesaggi urbani) alla riqualificazione e bonifica ambientale di suoli sfruttati.
In conclusione si può affermare che cimentarsi in un orto urbano:
• rappresenta uno strumento per sviluppare la socialità, vivendo all’aria aperta, facendo attività fisica e recuperando un rapporto diretto e attivo con la terra e la natura,
• permette di ottenere discrete quantità di frutta, verdura e fiori a chilometri zero, in grado di orientare anche scelte e abitudini alimentari verso prodotti freschi e sfusi piuttosto che confezionati e conservati,
• contribuisce a costituire tanti piccoli polmoni verdi nelle metropoli fortemente antropizzate e a diffondere pratiche ambientali sostenibili.
Insomma, tutte motivazioni che sottendono ad un nuovo stile di verde urbano non solo bello da vedere ma anche buono da mangiare.